foto di  Guido Mencari  

Wunderkammer

 10 anni

Adoratori di feticci

 Una stanza delle meraviglie, un piccolo universo in cui reperti artistici unici e -per noi- preziosi feticci riportano alla luce 10 anni di ricerca instancabile e sistematica, in cui si animano esseri impolverati ma mai stanchi (poiché in teatro non c’è esistenza senza R-esistenza) e in cui poter essere testimoni della nostra ossessiva cura per ogni creatura che dalle nostre vite si è animata.

Un percorso dentro le nostre paure, itinerante in solitario, seguendo un filo rosso sangue alla Pollicino, per raggiungere una sorta di museo-esposizione-collezione di pezzi e parti scenografiche delle loro composizioni di questi anni di giovane, ma già abbondante carriera.

Una bambina inquietante shininghiana dalla faccia bianca e le movenze kabuki ci introduce in questo campionario di angosce ancestrali evocative d’incubi d’ogni età: le volpi suadenti e i facoceri ringhianti, il Minotauro che si agita dentro una cella, i conigli che tanto dimessi non sono, Pinocchio.

 Si schiudono i pensieri, la scena è vuota. Niente si muove, niente si ascolta. L’assenza è l’unica presenza di questo spazio. Fare vuoto per permettere di dare un senso nuovo a ciò che andrà ad occupare quel vuoto. Togliere significati stantii alle cose, riformulare domande dimenticandosi di aver affermato qualcosa in passato.

10 anni fa nasce Zaches Teatro con l’intento di indagare il connubio di differenti linguaggi artistici quali la danza contemporanea, i mezzi espressivi del teatro di figura, l’uso della maschera, il rapporto tra movimenti plastici e musica/suono elettronico dal vivo, la sperimentazione vocale.

Ricerchiamo ancora costantemente quello che cercavamo all’inizio: una formazione costante e personale, uno studio appassionato e umile. Ciò che ci caratterizza è l’alta specializzazione dei membri della compagnia, ognuno in ambiti diversi ma profondamente inter- connessi e questo permette di affrontare ogni lavoro curando contemporaneamente molteplici aspetti.

Da 10 anni, ad ogni creazione s’impone la necessità di distaccarsi dal mondo per poterlo osservare con altri occhi. Si cercano relazioni diverse. Si esce dalla società piena di affermazioni individuali e si cerca di dilatare il tempo per aspettare che si generi il senso nella relazione tra le cose.

Aspettare il farsi delle cose per non deformare la realtà con proiezioni frettolose di ciò che si crede, di ciò di cui si è certi. Non credere di dover dire qualcosa. Pensare piuttosto di essere presenti a ciò che si crea e una volta presenti, prendere per mano qualcuno e condurlo nello spazio altro che si è creato, diversamente reale dalla realtà, fuori da essa, e per questo in grado di generare una visione su di essa.